sabato 13 luglio 2024

Lectio divina su Ger 2,5

"Così parla l'Eterno: Quale iniquità hanno trovato i vostri padri in me, 
che si sono allontanati da me, e sono andati dietro alla vanità, e sono diventati essi stessi vanità?”

Visto che tutti vogliono ‘prove scientifiche’ quando si parla di Dio e della spiritualità, cominciamo col dire che secondo Maslow (psicologo del secolo scorso) esiste una gerarchia di bisogni incondizionati, che sono utilizzati come basi sulle quali costruire apprendimenti e condizionamenti. Maslow creò la famosa “piramide”, in cui inserì quelli che per lui sono bisogni senza esaudire i quali l’uomo non può, umanamente e psicologicamente, vivere.
Esistono così bisogni primari, legati alla sopravvivenza; e bisogni secondari, legati alla sicurezza personale e sociale.
Praticamente solo assecondando questi bisogni l’uomo può crescere non solo fisicamente, ma anche psicologicamente e socialmente.
Col passare del tempo a questi primi 5 gradini ne furono aggiunti altri tre: l’estetica (ricerca di armonia e bellezza); l’autorealizzazione (moralità, creatività, accettazione); la trascendenza (necessità di andare oltre sé stessi, di sentirsi parte di una realtà divina).
Tutto questo per dire che la scienza dice che esiste un bisogno innato nell’uomo di cercare una propria strada che lo porti a sentirsi non solo autorealizzato (rispetto al suo essere puramente umano) ma anche pienamente realizzato. E questo è possibile solo ricercando un contatto con l’Altro, con Dio, l’Assoluto, il Trascendente, l’Uno Originario; chiamatelo come volete.
Come diceva lo stesso Maslow: “Quello che un uomo può essere, egli deve essere”.
Il versetto del libro di Geremia ci presenta, invece, una situazione diversa, di uomini che non hanno ricercato il Trascendente, Dio, ma hanno preferito andare dietro alla ‘vanità’, letteralmente: alla pienezza di sé. Quegli uomini pensavano che tutto si fermasse a loro stessi, al proprio corpo, ad una propria felicità passeggera, e hanno seguito altri esseri ‘vanitosi’, divenendo essi stessi una ‘vanità vivente’.
Quanti, oggi, vivono allo stesso modo? Non voglio essere pessimista, ma in base alla mia esperienza dovuta (ahime!) all’età posso dire che la stragrande maggioranza degli uomini del nostro tempo corrono dietro a vanità, ad altri uomini che cercano la vanità e ne propagandano l’itinerario da loro seguito per arrivarci. E gli uni e gli altri diventano una ‘vanità vivente’, cioè un esempio di come l’uomo non deve essere se vuole diventare pienamente uomo.
L’uomo ha bisogno di Dio per essere uomo e non solamente un animale un po’ più intelligente. E questo bisogno è innato in lui.
Se solo l’uomo si fermasse ogni tanto a riflettere su se stesso, sentirebbe in modo naturale in sé questa mancanza, questo distacco dalla propria Fonte, dal Fondo Originario da cui deriva.
E capirebbe, contestualmente, che materiale e spirituale sono interdipendenti e necessari l’uno all’altro, perché il cammino verso Dio è lungo ma non impossibile.
Basta volerlo ogni volta che ne sentiamo il bisogno.

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