martedì 25 giugno 2024

Lectio divina su Gc 3,1-2

"Fratelli miei, non siate in molti a fare da maestri, sapendo che ne 
subiremo un più severo giudizio, poiché manchiamo tutti in molte cose. Se uno non sbaglia nel parlare è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo.
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"Fratelli, non siate in molti a fare da maestri". Proviamo a fare un giro in rete, anche nelle nostre pagine FB, e contiamo quanti sono quelli che ci bombardano con post pieni di saggezza, immagini di un mondo perfetto, dove per citare Isaia “il lupo abiterà con l'agnello” (Is 11,6), in cui annunciano di aver fatto la scoperta del secolo, anzi del millennio, anzi la scoperta di tutte le scoperte, quella che ci proietterà in un universo magnifico, “dove scorre latte e miele” (Es 3,8).
Non parlo di coloro che conosciamo bene, di cui ci fidiamo, di cui conosciamo le virtù personali e di cui sappiamo che ciò che viene scritto e detto è frutto di esperienza personale sincera e vera.
Parlo di tutti coloro che arrivano da noi con soluzioni miracolose. Non ci sono soluzioni miracolose, per il semplice fatto che le soluzioni, quando le troviamo, sono sempre frutto di una lunga e spesso dolorosa esperienza personale di fede. Niente è gratis su questa terra, se non l'Amore di Cristo!
Allora è facile essere maestri... facendo andare la lingua, dice Giacomo. Ma attenzione, perché nel momento in cui ci ergiamo a maestri, proprio allora è il momento in cui siamo giudicati in modo più duro e spietato.
Dagli uomini, anzitutto, perché vogliono vedere in noi i frutti di ciò che diciamo e insegniamo. È vero che dietro lo schermo di un computer non sappiamo chi c'è, non conosciamo la vita delle persone che ci stanno parlando, inviando messaggi, foto, filmati. Ed è per questo che è ancor più facile metterci la maschera da saggi e cominciare a dare consigli. Come diceva De Andrè: "Si sa che la gente da buoni consigli... se non può dare cattivo esempio."
Ma c'è un altro che ci giudica, o meglio: che si aspetta da noi dei risultati (non è forse questo il significato di: essere giudicati?). Ed è Dio. A maggior ragione quando diciamo di parlare in nome Suo.
Giacomo allora ammonisce a non aver fretta di diventare maestri, proprio perché abbiamo la responsabilità dell'anima e della vita di chi ci ascolta e si fida, per un motivo o per un altro, delle nostre parole. Noi, dice l'apostolo, proprio per questo, subiremo un più severo giudizio. (Gc 3,1) Chi pensa di avere un dono e vuole condividerlo con gli altri, deve fare molta attenzione, perché ogni volta che parla di Dio è sottoposto ad un controllo approfondito e puntuale del proprio modo di vivere, per vedere se pratica ciò che di cui parla.
Infatti l’apostolo continua e dice: poiché manchiamo tutti in molte cose. (Gc 3,2)
Chi può dire di essere perfetto?
Se uno non sbaglia nel parlare è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo. (Gc 3,2) Il fatto, quindi, di tenere a freno anche tutto il corpo, è il segno che siamo perfetti. Siamo veramente capaci di mettere in pratica sino in fondo ciò che diciamo?
Forse qualcuno.
Tutto ciò non significa che non ci siano di quelli che hanno dei doni particolari da pare di Dio, tra cui ci può essere anche quello di saper parlare; sapere, cioè, entrare con le parole nel cuore dell'uomo. Ed è giusto che queste persone dicano ciò che sentono nel cuore.
Quello che sicuramente non corrisponde alla volontà di Dio è che ci sia qualcuno che pretenda di avere sempre la risposta pronta.
Di falsi profeti è sempre stato pieno il mondo! Lo diceva anche Pietro: " ... ci furono anche falsi profeti tra il popolo, come ci saranno anche tra di voi falsi dottori che introdurranno occultamente eresie di perdizione, e, rinnegando il Signore che li ha riscattati, si attireranno addosso una rovina immediata." (2Pt 2,1).
E, soprattutto, ce ne saranno negli ultimi tempi, anzi questo sarà proprio un segno che il ritorno di Cristo è vicino: "Lo Spirito dichiara apertamente che negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fede, dando retta a spiriti menzogneri e a dottrine diaboliche." (1Tim 4,1).
Perciò dice Gesù stesso: "Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro son lupi rapaci." (Mt 7,15).
Allora, "Chi è saggio e accorto tra voi? Mostri con la buona condotta le sue opere ispirate a saggia mitezza". (Gc 3,13)

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