sabato 27 luglio 2024

Lectio Divina su 2Pietro 1,2

Grazia e pace sia concessa a voi in abbondanza nella conoscenza di Dio e di Gesù Signore nostro.” 

Si è sempre paragonata la vita ad una strada da percorrere.
La fede è Via alla Conoscenza dell’Essere Trascendente e Immutabile. È vivere il qui ed ora con la certezza che c’è Qualcuno che non solo mi conosce sin dal momento del mio concepimento (“Poiché sei tu che hai formato le mie reni,che mi hai intessuto nel seno di mia madre.”, Sal 139,13), ma che anche mi tiene nel palmo della sua mano.
Chi di noi non vorrebbe conoscere meglio sé stesso? Capire chi è, perché è qui, come deve rapportasi al mondo che lo circonda?
Chi di noi non vorrebbe andare al nocciolo delle cose, all’essenza della realtà?
La fede è questo: fidarsi delle risposte che, a queste domande, ci da Dio.
Null’altro.
Di certo, noi siamo creature, non il Creatore, e non possiamo in alcun modo entrare appieno nella conoscenza della Verità perché, parafrasando la storia narrata da Agostino, facciamo come quel bambino di cui ci racconta.
Agostino stava riflettendo sul mistero della Trinità camminando sulla riva del mare. Ad un tratto vide un bambino che con un cucchiaio prendeva l’acqua del mare e la metteva in una piccola buca scavata nella sabbia. Così chiese al bambino: «Cosa stai facendo?». Il bambino rispose: «metto tutta l’acqua del mare nella buca!». Agostino rise e disse: «Pretendi forse di svuotare il mare così con un cucchiaio così piccolo?». E il bambino disse: «E tu pretendi forse di fare entrare un mistero tanto grande, come quello della Santissima Trinità, in un cervello piccolo come quello di voi uomini?». Il bambino scomparve.
Noi uomini possiamo (e dobbiamo!) avere il desiderio di conoscere la verità su tutto ciò che esiste, ma ci dobbiamo fermare a quello che riusciamo a percepire più con il cuore che con la mente.
Il Mahatma Gandhi, a chi gli chiedeva se aveva raggiunto la conoscenza della verità, rispondeva che il 100% della verità per lui sarebbe stata quella avrebbe raggiunto al termine della sua vita.
Non importa quindi quante cose della realtà di Dio (e quindi su di me) avrò conosciuto, ma è importante il fatto che avrò avuto il desiderio di conoscere la Verità. E sarà Dio stesso a darmi una conoscenza della sua verità adeguata alla mia possibilità di conoscere e capire.
Ricercare la conoscenza di Dio è condizione necessaria per la vita di fede, ed dono da richiedere, per noi e per gli altri, nella preghiera (Col 1,9-10).
Dio, infatti, si rivela a noi perché noi possiamo essere rivelati a noi stessi.

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