mercoledì 19 giugno 2024

Lectio su Geremia 33, 1-3

1 La parola del SIGNORE fu rivolta per la seconda volta a Geremia in questi termini, 
mentre egli era ancora rinchiuso nel cortile della prigione:
2 «Così parla il SIGNORE, che sta per fare questo;
il SIGNORE che lo concepisce per mandarlo ad effetto,
colui che ha nome il SIGNORE:
3 "Invocami, e io ti risponderò,
ti annuncerò cose grandi e impenetrabili
che tu non conosci".


Noi siamo dalla parte sbagliata della realtà.
La realtà vera è quella che sta dall’altra parte di questa vita.
Quella parte di vita che sta dopo la morte.
Gesù è venuto per dire che dobbiamo smettere di cercare il significato ultimo della vita; che i nostri sforzi in questo senso sarebbero vani, inutili, per il semplice fatto che proprio il nostro ‘essere umani’ ci impedisce di farlo. Come dice Gesù nel vangelo di Giovanni: “senza di me non potete fare nulla” (15,5).
Invocami, e io ti risponderò”. Chiedimi quello che vuoi sapere, quello che ti sta a cuore, e io te lo rivelerò.
Qual è la cosa che ci sta più a cuore in questa vita? L’essere felici, credo. Il vivere in armonia con noi stessi, con gli altri, con la natura. Godere pienamente di questa vita. Il non doverci ogni momento guardare alle spalle, il poter cooperare con gli altri per il bene “di tutti gli esseri senzienti”.
Ti annuncerò cose grandi e impenetrabili, che tu non conosci.
Questa è la risposta di Dio (“colui che ha nome il SIGNORE”): le cose che io ti dirò in risposta alla tua domanda, sono cose impenetrabile che tu non conosci.
La mente umana non può penetrare la realtà di questa vita, non può andare oltre, perché non è capace di farlo, perché c’è qualcosa che glielo impedisce: la sua umanità.
Non è con il ragionamento umano, coll’intestardirsi nel volersi mettere a posto di Dio che possiamo conoscere “le cose di Dio”, ma solo invocandolo e ascoltando la sua risposta.
Gesù è la risposta di Dio alla domanda di felicità dell’uomo.
Solo Gesù può dare questa risposta perché solo lui conosce cosa c’è dopo questa vita.
Egli è il Dio eterno, creatore d’ogni cosa; e perciò è colui che sa la verità, sa come deve funzionare il mondo perché regni l’armonia, la felicità.
Infatti Gesù è colui che ha detto: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.” (Gv 14,6)
Nessuno può conoscere la verità sulla vita se non è lui a rivelarla, lui che solo la conosce.
Nascendo a vita umana “quando venne la pienezza del tempo” (Gal 4, 4), cioè in un posto particolare, in un momento della storia particolare, da una donna in particolare, egli ha accettato il compito di compiere la promessa di Dio di rivelarci il segreto, “grande e impenetrabile” da mente umana, di questa vita vera e perciò perfetta.
E ha dovuto morire per dimostrare che tutto ciò che aveva annunciato in vita (le beatitudini, la possibilità di riscatto dai legami della vita...) corrispondeva a verità perché mai si era sentito di un uomo che risorge, che torna a vivere dopo essere stato inchiodato su una croce.
Risorgendo Gesù ha confermato che solo lui è via, verità e vita.
Che solo lui sa qual è la strada per trovare la realtà vera, quella che troveremo dopo la nostra morte.

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